Shadow of the colossus torna più splendido che mai

Anche se Shadow of the colossus è uscito quasi 13 anni fa, rimane, nelle meccaniche e nell’appeal grafico, un gioco attualissimo. Testimonianza del grandissimo lavoro svolto dai creatori di Team Ico e dagli sviluppatori del remake, i Bluepoint Studio. Mettere mano ad un titolo così epico nel ricordo dei videogiocatori poteva rivelarsi un lama a doppio taglio. Se da un lato il traino dovuto al nome è indubbio, dall’altro sarebbe stato molto facile tradire la memoria dei fans storici.

Questa è la maestria del lavoro di Bluepoint. Nonostante i puristi possano obbiettare che alterazioni nello stile artistico (la tavolozza dei colori è molto più naturale, stemperando la sovrasaturazioni dell’originale) lo spirito della “boss rush” di Fumito Ueda e l’atmosfera onirica originale sono rese in maniera strabiliante. Sembra che la cura, al di là di qualsiasi altro aspetto, sia stata posta nel ricostruzione dell’esperienza ludica e narrativa. Il senso di grandezza e libertà, fondamentale in questo titolo, è stato mantenuto ed espanso.

Non solo il mondo di Shadow of the Colossus sembra più vasto che mai ma l’hardware più potente ha permesso di visualizzare in lontananza dettagli notevolmente ampliati. Ad esempio, su PlayStation 2 era utilizzato un sistema di streaming molto aggressivo per consentire l’esplorazione senza soluzione di continuità. Lo scopo era ottenuto tramite l’uso di immagini bidimensionali in lontananza in modo da fornire l’impressione di un grande mondo senza disegnare tutta la geometria necessaria. Un sistema LOD (Level Of Detail) estremo ma perfettamente funzionale. Su PS4, oltre ad una maggiore potenza di calcolo, i LOD sono implementati in modo più efficace. Oggetti, come il fogliame, possono essere visti da grande distanza ed in movimento senza che questo intacchi il frame rate.

Tutto, dalle dettagliatissime pareti della valle, alle meravigliose opere in pietra del tempio centrale è stato completamente rielaborato. Questa è una delle parti più rischiose del progetto, poiché ricreare gli ambienti di un’avventura così “classica” avrebbe potuto influire sul feeling che il team di sviluppo originale ha duramente creato. Tuttavia l’esperienza di Shadow of the Colossus scorre fluida, come se le variazioni fossero solo una naturale evoluzione di ciò che il team di Ueda immaginava in primo luogo.

Ovviamente PS4 pro mostra i muscoli con una maggiore gamma di opzioni grafiche attivabili. Notevole, in particolare, la modalità “Cinematografica” che offre un’immagine 4k dinamica a 30 FPS (downscalata su schermi Full HD  per migliorare l’aliasing e la qualità generale). In alternativa, c’è la modalità “Performance” che punta a mantenere i 60 fotogrammi al secondo stabili (ben lontani dai singhiozzi dell’originale PS2).

Entrambe le opzioni supportano l’HDR, migliorando un “comparto luci” già impressionante. Difficile credere sia solo un update di un gioco uscito nel 2005, considerando che potrebbe giocarsela alla pari con qualche titolo “tripla A” del 2018.

Maggiori notizie sul remake usciranno nei prossimi giorni e playpeople seguirà l’argomento.

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