Partiamo da una premessa: questo non è un gioco per tutti. Persona 5 vi chiederà dedizione, tempo e molta pazienza. Se già questo vi fa vacillare, semplicemente non è il gioco che fa per voi. Per tutti gli altri, andiamo a esaminare il più possibile quello che probabilmente è il miglior JRPG degli ultimi anni, e forse anche il migliore della serie.
La storia comincia in un casinò giapponese; dalla voce narrante si capisce che stiamo scappando dalla polizia e che siamo accusati di una serie di crimini. Nonostante il tentativo di fuga veniamo catturati e la vicenda prosegue con un duro interrogatorio che vede il nostro sfortunato protagonista preso letteralmente a calci dalla polizia locale. Alla fine cediamo, iniziando a raccontare tutto quello che è successo fino ad ora sotto forma di lunghissimo flashback. Scopriamo così di essere in libertà vigilata e di conseguenza, affidati al proprietario di un bar di Tokyo. Tutto questo per aver preso la difesa di una ragazza aggredita mentre tornava a casa. L’uomo di cui era vittima è molto potente e comprando il silenzio della vittima ci ha fatto finire in grossi guai. Per questo ci siamo trasferiti in periferia per frequentare l’unica scuola disposta ad accettarci nonostante la fedina penale non proprio pulita. L’atteggiamento dei nostri compagni invece non è esattamente amichevole visto il nostro precedete. La storia prosegue in maniera lineare finché non scopriamo di avere un potere: grazie ad una strana applicazione sul nostro cellulare possiamo entrare in quello che viene chiamato Metaverse, una realtà parallela creata dalla percezione della gente. Qui alcune persone particolarmente malvagie hanno eretto dei veri e propri palazzi. Sempre nel Metaverse incontriamo Morgana, un gatto parlante che ci spiega che rubando il tesoro più prezioso nei palazzi, ci sarà possibile costringere il proprietario (il losco figuro causa dei nostri problemi) a pentirsi completamente e confessare i propri crimini. Ovviamente non saremo soli in questa impresa: insieme ad altri compagni di scuola, che come noi possono combattere evocando il potere dei Persona, formeremo la banda dei Phantom Thieves.
Questa è solo la punta dell’iceberg di una vicenda incredibilmente lunga e articolata. Giocando solo con la storia principale si può arrivare quasi a 100 ore, trovandoci a trattare temi sempre molto seri come abuso sui minori, droga e corruzione. I personaggi che compongono il nostro party sono incredibili ma soprattutto, credibili, esattamente come i cattivi. Stesso discorso per i confidant, personaggi secondari con i quali è possibile rapportarci. Aumentare il legame con loro prende tempo, ma serve a sbloccare nuove abilità utili per il combattimento o per altri scopi. La loro presenza dipende da giorni, luoghi ed orari specifici, diviene quindi fondamentale gestire attentamente il nostro tempo libero per scegliere quale abilità sbloccare prima di altre. Questo sistema è anche il meccanismo portante del gioco: dividere il nostro tempo tra la scuola, che dobbiamo frequentare tutti i giorni, e le ore post scolastiche. Le attività secondarie possono variare dal lavoro part time notturno presso un fioraio, al guardare un film al cinema, oppure fare un cruciverba. Nell’affrontarle è necessario applicare un minimo di strategia. In base a cosa si sceglie di fare si va ad aumentare uno dei cinque attributi del nostro personaggio: coraggio, conoscenza, competenza, fascino e gentilezza. All’aumentare di ogni attributo si aprono nuove possibilità coi nostri confidant, e dovremo decidere attentamente con chi preferiamo intrattenere rapporti per poi sbloccare di conseguenza nuove abilità.
Il mondo in cui è ambientato Persona non è il classico ed ormai immancabile open world, ma disponiamo di una mappa per spostarci da un quartiere all’altro. Il numero di zone esplorabili non è quindi preesistente dal principio, ma aumenta con l’avanzare della storia o leggendo libri specifici. Ogni zona è ricostruita davvero in modo molto fedele alla realtà, in questo la Atlus si è davvero superata. Il level design è davvero molto bello ed ispirato sia nei quartieri esistenti nella realtà come Shibuya che nelle locazioni fantastiche che compongono il Metaverse dove troveremo costruzioni come musei, castelli o piramidi sempre ben caratterizzate e labirintiche al punto giusto.
Quando non si è impegnati nella miriade di attività e quest secondarie proposte da Persona 5, ci si trova a combattere al fianco del proprio party (composto da quattro personaggi). Normalmente si hanno tre possibilità di attacco: melee, cioè attacco fisico. Magia, che consuma SP o armi da fuoco. Ogni nemico ha una specifica debolezza, colpirlo sfruttandola vi farà ottenere un turno bonus, nel quale potrete colpire nuovamente lo stesso nemico o accanirvi su un altro sempre con lo stesso meccanismo. Se tutti i nemici sullo schermo vengono colpiti in questo modo, entrano in una sorta di weak mode, rimanendo accasciati. In questo caso si hanno due possibilità: un attacco molto potente combinato di tutti i nostri personaggi o la possibilità di avvicinarsi per contrattare letteralmente coi nemici. Decidendo di parlare si aprirono varie possibilità. Ad esempio, rispondendo in maniera corretta ad alcune domande, potreste convincere il suddetto mob a trasformarsi in un Persona e combattere al vostro fianco, oppure potreste chiedere dei soldi o un oggetto in cambio. Ovviamente non è tutto così semplice come sembra. Infatti: rispondendo in modo errato alle domande potremmo, nel migliore dei casi, ottenere solo oggetti, ma in caso negativo, il riscio è quello di dover ripetere il combattimento da capo. Il battle system di Persona 5 è incredibilmente complesso e profondo, ma nello stesso tempo molto intuitivo. Anche nelle situazioni più difficili, con un minimo di ingegno e sfruttando le debolezze degli avversari, si riesce ad uscirne malconci, ma ancora vivi. Il modo migliore per approcciarsi al combattimento è sempre lo stealth. Ebbene sì, nei palazzi del metaverse, è sempre possibile, fatta eccezione per alcune situazioni particolari, cogliere il nemico di sorpresa e di conseguenza avere il vantaggio del primo attacco. Inoltre, sparsi in giro è possibile trovare veri e propri scrigni del tesoro, a volte chiusi con dei lucchetti che è possibile creare al di fuori dei dungeon come attività secondaria. Sappiate che i palazzi, battuto il boss, scompariranno e non sarà più possibile rientrarci. La strategia migliore è sempre varcarne la soglia con una scorta di grimaldelli (possibilmente 3 o 4) ed esplorare il più possibile onde evitare di perdervi oggetti molto utili.
Persona 5 in certi frangenti si presenta quasi più come una storia che vuol essere raccontata che non il classico JRPG. Questo è probabilmente l’ago della bilancia in grado di farne decidere l’acquisto o meno. Premesso che, il fatto che un gioco sia in inglese, non sarà mai un punto a sfavore per quanto mi riguarda, in questo caso c’è da fare un discorso un pochino più ampio. Dall’inizio del gioco, fino al primo combattimento, passano un bel po’ di ore, e nel frattempo viene descritto in modo veramente meticoloso tutto ciò che accade o è accaduto al nostro protagonista, tramite cut scene e dialoghi lunghissimi. Personalmente la reputo una parte bellissima del gioco, ma mi rendo conto che questa prospettiva potrebbe scoraggiare alcuni giocatori poco avvezzi alla lingua anglosassone. L’opzione salta dialoghi è presente, ma onestamente vi sconsiglio di usarla. I dialoghi, anche se a volte davvero lunghi, sono l’anima del gioco. Saltarli, oltre a non avere senso, vi farebbero perdere tutto quello che questo gioco racchiude. E di carne al fuoco ce n’è davvero tanta.
Un’ultima annotazione prima di chiudere, va alla colonna sonora che ci accompagnerà per tutto il gioco con motivi che spaziano dal rock al jazz, sempre azzeccatissimi e di ottima fattura.
Persona 5 riesce a raccontare una storia davvero di spessore mantenendo la struttura che lo contraddistingue da anni, trattando temi delicati e senza finire mai nel banale o nel finto buonismo. Con un battle system profondo ma immediato, tonnellate (letteralmente) di quest e attività secondarie da fare, tantissimi personaggi caratterizzati alla perfezione, una longevità a dir poco incredibile, Persona 5 si candida senza problemi come uno dei migliori JRPG in circolazione, se non addirittura nella top dei migliori giochi di sempre.