Red Dead Redemption 2: Recensione onesta di un ultra Trentenne

Salve Popolo Giocante. Tornati da un lungo, rilassante ponte, ci siamo ritrovati con una bella gatta da pelare: parlare di Red Dead Redemption 2. Il capolavoro Rock Star, il gigantesco esercizio di stile della current Gen il gioco che… vi farà cadere le palle a terra dopo meno di 3 ore di gioco! Eh si, cari nostri, abbiamo tante, e gravi, cose da dire su questo gioco che non ci bastava il divano! Siamo passati ad un livello superiore trasferendoci in un ulteriore pezzo di arredamento!  I Vostri Cyrus e JAKE, in versione Sit-Com, argomenteranno su Red Dead Redemption 2, con una onesta recensione per chi, come noi è prossimo o addirittura ha superato i 40!

Diamo a Spider-Man quel che è di Spider-Man

Marvel’s Spider -Man  una piacevole sorpresa

Dal primo annuncio del nuovo gioco dedicato al supereroe rosso e blu , i videogiocatori si sono subito suddivisi in due categorie: quelli scettici e quelli entusiasti. Pareva particolarmente difficile poter immaginare come Insomniac Games avrebbe potuto risollevare la fama di Spider – Man nel mondo videoludico.

C’è da dire che i videogiochi dei fumetti sono storicamente poco accettati, ma è palese anche come certi abbiano comunque avuto un discreto successo, come ad esempio la saga di Batman.

I precedenti giochi di Spider – Man, erano stati ben accolti, ma la maggior parte dei fan aveva notato carenze in termini di gameplay e/o storia. Non erano fedeli ai fumetti. Gli sviluppatori di Ratchet & Clank, Insomniac Games, sono riusciti ad attuare uno studio su quello che è Spider – Man della carta stampata con tutta la sua ironia, per inserirlo al meglio all’interno di un mondo interattivo.

La struttura può ricordare un RPG semplificatoSpider – Man ha a disposizione un mondo aperto da esplorare, crimini da sventare, eventi e sfide da poter affrontare. La conclusione di questi permettono all’eroe di creare e potenziare gadgets, ma anche di affinare abilità che lo renderanno più forte la corso dell’avventura. 

Il mondo da esplorare è l’isola di Manhattan che, anche se non riprodotta fedelmente, risulta viva e realistica grazie a dettagli come vicoli, la folla di persone che camminano di corsa perchè indaffarati, o gli acquazzoni che rendono perfettamente l’effetto di una giornata piovosa, tipica di NY. Esplorando la città, Spider – Man, può interagire con i passanti, salutandoli o “dandogli il cinque”. Capiterà che alcuni gli chiedano una fotografia, altri lo denigreranno. Insomma, anche se non si parla di una ricreazione one-to-one, Insomniac Games è stata ligia nel riprodurre la New York di Spider – Man.

La fluidità con cui è possibile oscillare tra i palazzi di New York, rende facile la percezione dell’adrenalina che lo stesso Spider-Man potrebbe provare, facendo scaturire un pizzico di eccitazione nel giocatore che può arrivare tranquillamente da un ipotetico punto A ad un ipotetico punto B, senza alcun tipo lag. Ci sono una varietà di acrobazie da compiere, in modalità parkour e non, che daranno al giocatore una vera e propria soddisfazione nell’interpretare Spider-Man.

Da subito si percepisce la volontà, da parte di Insomniac, di voler creare una trama tipicamente propria; senza lasciare nulla al caso. Nonostante questa invogli il giocatore a restare “incollato” alla tv, con una storia accattivante, ben recitata e con momenti divertenti, i combattimenti-Boss sembrano molto veloci, e rischiano quasi di non dare il tempo al giocatore di sentirsi parte di essi.

La storia è incentrata su Mr. Negativo (la cui presenza ha riscosso molto entusiasmo negli appassionati), che ha un ruolo importante nella vita a di Spider-Man, ma soprattutto in quella di Peter. Fin dall’inizio, viene scombussolato tutto quello che il giocatore si aspettava di vedere. Nessun morso da ragno, nessun Peter sventurato. Peter Parker è un personaggio già formato che, nonostante sia diventato Spider-Man circa 8 anni prima, non riesce ancora a trovare un punto d’incontro con le sue due vite. Sono già successi molti fatti, i quali vengono “riportati a galla”, come pretesti, in alcune conversazioni.

Sebbene lo stile di combattimento ricordi quello dei videogiochi di Batman, possiamo notare fin dalla prima lotta le differenze con l’uomo pipistrello. Infatti Spider Man, in quanto più agile, possiede una varietà di attacchi eseguibili con uno o pochi più tasti, che permettono all’eroe di fluire più rapidamente tra i combattimenti, evitando tutti gli attacchi in arrivo e avendo la possibilità di agguantare oggetti del mondo circostante per poterli lanciare ai nemici. Perfezionando i gadgets, si guadagnano mosse come attaccare i nemici al muro, richiamare Spider-Bot in soccorso, folgorare i nemici e molto altro, e perfezionando la tuta di Spider – Man, attraverso alcune mod (sarà possibile possederne solo tre), il combattimento risulta davvero coinvolgente.

Una delle pecche dei combattimenti, a parte i Boss che abbiamo già citato, è la varietà dei nemici. Ci sono dei nemici di base, i quali vengono ripetuti per fazione e ne viene aumentata la potenza. Una volta studiate le mosse del nemico, sarà molto semplice sconfiggere anche quello di un’altra fazione; considerando che sì, il nemico è uguale ma più forte, ma lo sarà anche Spider-Man una volta potenziato. Le lotte non sono molto complesse, per questo sono disponibili degli obiettivi bonus per ogni incontro, in modo tale che i giocatori possano mettersi alla prova con tali obiettivi, i quali prevedono le uccisioni di un determinato nemico con una determinata mossa.

Marvel’s Spider – Man vuole rivolgersi a tutti i tipi di giocatori e rende possibile anche uno stile di lotta in stealth, anche se non lo generalizza a tutti i combattimenti. Il giocatore, amante degli approcci sileziosi, dovrà tenere conto che prima o poi verrà scoperto e dovrà lottare. La possibilità del open-world rende possibile l’oscillazione tra i palazzi anche in fase di combattimento, quindi i giocatori possono anche scappare da alcuni combattimenti o nascondersi per poi affrontare i nemici in stealth, non appena questi smetteranno di cercare Spider – Man. Capita, però, che alcuni nemici non smettano la ricerca, in questi casi, il giocatore dovrà o affrontare i nemici in lotta o riavviare la missione. 

I giocatori vengono invogliati a completare missioni secondarie ed eventi, per poter sbloccare abilità e potenziamenti. Alla conclusione di questi, infatti, vengono sbloccati dei gettoni che potranno essere spesi nell’albero della abilità, nella perfezione del costume e/o nella creazione di gadget.

Lo Spider – Man di Insomniac abbraccia il personaggio da cima a fondo, lo si scoprirà alla fine del gioco, quando sarà messo davanti ad una dura prova, la cui decisione farà capire il proposito dell’eroe.

Anche se la conclusione della storia non necessita del completamento 100% del gioco, Marvel’s Spider – Man incoraggia e lo rende possibile per ogni tipo di videogiocatore; da quello veterano e quello occasionale. Ed è questo l’obiettivo che Insomniac si era posta: riuscire a rendere giustizia allo Spider – Man dei fumetti e creare un videogioco per tutti.

 

 

Cyberpunk 2077: 3 Motivi per cui non sarà un gioco Next Gen

Cyberpunk 2077, il prossimo attesissimo gioco dei Cd Red project, ha stupito tutti con il suo lungo, anche se acerbo Gameplay.
Dallo studio polacco tutti noi ci aspettiamo l’ennesimo miracolo di grafica e giocabilità ma… quando arriverà Cyberpunk 2077? per quale generazione di Console e PC è pensato? Abbiamo dato uno sguardo a quello che sarà il successo della Next Gen o semplicemente ad un gioco pronto a girare sulle nostre attuali macchine domestiche.
Il nostro JAKE, analizzando quanto visto e letto fino ad adesso ha deciso di dimostrarci, in 3 punti, perchè Cyberpunk 2077 non sarà un gioco Next gen.

God of War : un gioco che nessuno ha il coraggio di criticare.

La produzione di Santa Monica Studios sfiora il perfect score, ma è davvero tutto così perfetto?

In questo video di risposta alle NON critiche a God of War, i Gioco con lo Scemo ci danno la loro visione da videogiocatori attempati.

Quanti e quali aspetti della nuova esclusiva Playstation sono passati in secondo piano rispetto all’Hype e alla narrativa?

Sappiamo che la platea dei Videogiocatori è molto diversificata e che dove molte voci si esprimono all’unisono, quelle che vanno contro tendenza sembrano essere un mormorio.

Se volete sostenere i Gioco con lo Scemo, potete iscriversi al loro canale Youtube qui .

God of War provato su Playstation 4 Pro – Gameplay Onesto

I Gioco con lo Scemo provano i primi minuti di God of War

JAKE e Cyrus si sono seduti in terra, proprio come si faceva da bambini, davanti la loro Playstation 4 Pro.

Guardiamoli provare GOD of War, la nuova esclusiva Playstation realizzata dagli storici Santa Monica Studios.

Come sarà “invecchiato” il nostro Kratos?

Questa non è una video recensione ma un Gameplay in tempo reale dei primi minuti del titolo.

Le reazioni dei Gioco con lo scemo sono da ritenersi totalmente spontanee.

Se volete sostenere i Gioco con lo Scemo, potete iscrivervi al loro canale Youtube qui .

Deep Rock Galactic Gameplay

Nani minatori spaziali? Lo gioco subito!

Sì popolo giocante! Queste sono state le nostre esatte parole.

Dal Fantasy allo spazio sembra che il salto sia breve.

Vista la possibilità di poter provare il titolo (attualmente in early access), non potevamo esimerci, per noi, per voi, per Gondor… mo quella è una storia diversa.

Sea of Thieves divide la stampa videoludica

L’ultima fatica di Rare, esclusiva Microsoft, divide la critica; ma come è davvero Sea of Thieves?

Cyrus e JAKE, i “Gioco con lo Scemo”, salpano sfidando le tempeste e le critiche abbattute sul Sea of Thieves.

Qualche piccolo suggerimento per cominciare ed un’analisi onesta di come il gioco è veramente e cosa offre agli utenti.

Ricordiamo che Sea of Thieves è un titolo Play Anywhere cross platform per Pc Windows e Xbox. Il gioco è gratis per i possessor di Game Pass.

PlayerUnknown’s Battlegrounds

Prima di iniziare a scrivere la mia recensione di PlayerUnknown’s Battlegrounds, credo sia bene fare alcune premesse.

  • Il gioco si trova attualmente in fase di accesso anticipato (early access). Ciò vuol dire che non è un prodotto completo, quindi cercherò nella mia recensione di non prestare troppa importanza ai difetti tecnici che ancora affliggono la build attuale del gioco (siamo alla 0.5.26).
  • La redazione di Playpeople ha su PUBG pareri molto discordanti, quindi la recensione che seguirà sarà frutto della mia personale esperienza di gioco e non rappresenterà necessariamente una visione condivisa dal resto del team.
  • Brevemente credo sia doveroso dare una piccola infarinatura sul significato di “battle royale”, il genere di cui PUBG si fa capostipite (almeno in ambito videoludico). Si tratta di un multiplayer PvP nel quale tutti i giocatori vengono paracadutati in un ambiente delimitato e posti uno contro l’altro in un massacro uno contro uno o a squadre. Per vostra cultura generale, il genere prende il nome da un romanzo di Koushun Takami, poi trasposto per mano di Kinji Fukasaku in un film uscito nel 2000, che ancora oggi viene annoverato tra i dieci film più acclamati che il Giappone abbia mai esportato all’estero.

Fatti i dovuti scongiuri illustrerò di seguito le mie impressioni su PlayerUnknown’s Battlegrounds.

Parte prima: Il disorientamento

Trattandosi di una versione incompleta, il gioco non ha un tutorial e, iniziando una partita, non si trovano istruzioni sui pulsanti da utilizzare ad ogni occorrenza. È necessario procedere per tentativi le prime volte. E questo quasi sicuramente comprometterà l’andamento del match. All’inizio facilmente si sceglierà di dirigersi verso i gruppi di case più estesi. Il ragionamento che porta a questi comportamenti è: “Dove ci sono le case, ci saranno sicuramente armi e veicoli”. Peccato che diversi altri giocatori faranno lo stesso ragionamento, quindi la maggior parte delle volte il lancio in un centro urbano comporterà la morte nei primi cinque minuti della partita e nel modo più brutale possibile (nel migliore dei casi con una scazzottata). Terminando una prima partita in questa maniera, si potrebbe arrivare a bollare subito il gioco come frustrante e difficile. Ma, con alcune accortezze, in realtà può dare molte soddisfazioni.

Parte seconda: si inizia a fare sul serio

Superato il disorientamento, il gioco cambia volto. Sostanzialmente le fasi di una partita possono essere riassunte in questa maniera:

  1. La scelta di una zona di atterraggio. Tale scelta va fatta nel breve tempo a disposizione, prima che l’aereo raggiunga l’estremità opposta dell’isola. Bisogna considerare ad ogni nuovo match il tragitto che l’aereo percorrerà, diverso tutte le volte. Ci sono alcune zone più ricche di equipaggiamento, ma, in quanto tali, anche più gettonate dagli altri giocatori. La scelta quindi preferibilmente dovrà ricadere su piccoli agglomerati di casupole e capannoni e spesso, qualora si intravedano altri giocatori in atterraggio verso la stessa zona si dovrà decidere se tentare di affrontare lo scontro fin da subito, oppure se modificare la traiettoria di atterraggio e puntare ad altri edifici, sperando di essere più fortunati dell’avversario vicino.
  2. La ricerca di equipaggiamento. Una volta atterrati la prima cosa da fare è cercare equipaggiamento per garantirsi qualche chance di sopravvivere. Non è difficile intuire che le armi, le protezioni, i medikit o qualsiasi sostanza che possa alterare in meglio lo stato del giocatore, si possono trovare solo dentro gli edifici. All’inizio della partita prevale la corsa spasmodica all’armamento. Se la zona circostante è sicura, allora non bisogna fare altro che perlustrare tutte le abitazioni e i capannoni per cercare il necessario. In genere non si lascia la zona di atterraggio senza almeno un’arma. Può capitare tuttavia che non si riescano a trovare armi da fuoco, quindi solo armi bianche, o addirittura che si trovino protezioni, caschi e medikit, ma nessuna arma. Allora si palesa la necessità di raggiungere la zona più vicina con edifici possibilmente ancora non esplorati da nessuno. Sarà fondamentale quindi ricordare la traiettoria dell’aereo per evitare possibilmente di incontrare altri giocatori vicino le probabili zone di atterraggio.
  3. Lo spostamento. La restrizione forzata dell’area di gioco costringe i giocatori a muoversi continuamente durante tutta la partita, pena la morte se si rimane troppo a lungo al di fuori della zona delimitata. Si avrà un tempo che va da un massimo di 5 minuti, fino ad un minimo di 1 minuto, quando ormai la partita si avvierà a terminare, prima che l’area inizi a restringersi. In questa fase diventa fondamentale la scelta delle varie tappe sul percorso. Quando si ha tempo a disposizione, perché si è atterrati in prossimità della zona sicura, allora si potrà dirigersi verso aree edificate, così da ricercare un equipaggiamento migliore. Nel caso in cui invece il giocatore sia atterrato lontano dalla zona sicura dovrà necessariamente dirigersi verso una strada o una città, nella speranza di trovare un veicolo, unica ancora di salvezza in caso di grandi distanze. A complicare gli spostamenti c’è anche la zona rossa, un’area indicata sulla mappa che viene presa di mira dall’intelligenza artificiale del gioco con un bombardamento pesante e nella quale, se non si trova riparo dentro un edificio, si rischia la morte immediata. Le chance di rimanere in vita pur restando all’aperto sono prossime alle zero, ma è tuttavia una variabile del gioco interessante che costringe spesso ad uscire allo scoperto con corse verso un rifugio che potrebbero finire a causa dei proiettili dei cecchini nemici. Una ulteriore variabile è data dal drop casuale di casse con equipaggiamento speciale sul campo di battaglia, che una volta atterrate emetteranno un vistoso fumo rosso. Ovviamente la zona circostante diverrà bersaglio di giocatori in cerca di armi e protezioni migliori.
  4. La lotta. In questa fase diventano fondamentali un buon paio di cuffie, possibilmente con la funzione di “sound enanched” (o “SuperHuman”) e Windows Sonic o Dolby atmos attivi sulla periferica. La direzione del suono di spari, passi, veicoli, armi in ricarica, ecc. diventa fondamentale nel gioco della sopravvivenza. Anticipare un avversario sentendone il rumore diventa un vantaggio notevole, sia che si scelga di combattere, sia che si opti per la fuga a gambe levate. È altrettanto fondamentale prestare attenzione ai segni del passaggio di altri giocatori. Una porta aperta indica che l’edificio è già stato battuto da qualcun altro, quindi molto probabilmente non vi si troverà equipaggiamento, oppure si troveranno comunque gli scarti del passaggio altrui. Una porta chiusa d’altronde può significare due cose, la prima è che l’edificio sia rimasto inesplorato, la seconda è che vi sia qualcuno dentro in attesa di qualche sprovveduto che apra frettolosamente la porta per venire impallinato subito dopo. E così il gioco procede avviandosi lentamente verso l’ultima fase.
  5. La fine dei giochi. Man mano che il cerchio della safe-zone si restringe, diventa sempre più facile incontrare altri giocatori. La vittoria o la sconfitta in questa fase dipenderà, oltre che dalle abilità del giocatore, anche e soprattutto dall’equipaggiamento accumulato fino a quel momento. Ogni errore verrà pagato caro, è quindi fondamentale riuscire ad individuare i nemici per primi, sperando che un vostro movimento non attiri l’attenzione di un altro giocatore.

Ogni partita segue lo stesso schema; eppure nessuna partita è identica all’altra. Cosa rende dunque PlayerUnknown’s Battlegrounds il gioco più popolare del 2017?
A mio personalissimo parere è il mix di emozioni e sangue freddo che scaturiscono dalla lotta per la sopravvivenza. Mi spiego meglio. Le partite in genere durano dalla mezz’ora ai 45-50 minuti (ammesso che non si muoia prima ovviamente), si tratta quindi di una sorta di breve campagna e si ha a disposizione una sola vita per portarla al termine. Questo è ciò che principalmente contraddistingue il battle royale da un qualsiasi altro gioco multiplayer, nel quale generalmente le partite durano al massimo 10 minuti e si muore continuamente.

In PlayerUnknown’s Battlegrounds quando si gioca in singolo non si può contare sull’appoggio dei compagni di squadra. Ogni mossa ricade sulle tue spalle, ogni errore può esserti fatale e nessuno ti coprirà o ti rianimerà in caso di KO (la fase che precede la morte). Durante una partita si alternano momenti di esplorazione, di stasi, di fuga o di corsa su veicoli e nessuno di questi rappresenta una sicurezza. La morte è sempre in agguato dietro ogni angolo o porta, oppure nascosta nell’erba alta, in attesa di un passo falso. L’ansia, la tensione, la tachicardia, sono tutte emozioni che PUBG è in grado di trasmettere al giocatore. Non è assolutamente un gioco frenetico, anzi, spesso ci si troverà a dover attendere anche per più di un minuto che un nemico si allontani o che qualcuno caschi nella trappola accuratamente preparata. Ma anche quei pochi minuti di stasi saranno carichi di adrenalina e ansia per il rischio di terminare precocemente la partita.

Il gameplay cambia leggermente quando si gioca a squadre di due o di quattro giocatori (e vi anticipiamo che a breve verranno introdotte le modalità a squadre di 3 o il “One man squad” per i più spavaldi). Giocando in gruppo subentra una componente tattica e strategica che difficilmente si trova in altri giochi. Anche in questo caso ,ogni azione andrà pesata e valutata, perché l’errore del singolo giocatore potrebbe compromettere l’intera squadra. È d’altro canto più soddisfacente e semplice organizzare un assalto quando si individua un team nemico e si può scegliere quindi una posizione di vantaggio a livello di ambiente di gioco.

PlayerUnknown’s Battlegrounds merita dunque il successo che ha ottenuto nel corso dell’anno, oppure si tratta di una moda passeggera? Difficile a dirsi, soprattutto considerando che ancora non è un gioco completo. Una cosa è certa: nel momento in cui scrivo questa recensione sto già pensando a quali strategie utilizzare durante la prossima partita. Per me è un ottimo titolo, e i 30 euro della versione early access sono un valido investimento per un titolo che ha ancora da giocare le sue carte migliori.

PlayerUnknown’s Battlegrounds: Come è in Realtà su Xbox?

I Nerd Lab, in Live su Mixer, con PlayerUnknown’S Battlegrounds

Questo video non vuole essere una recensione ma una dimostrazione del gameplay di PlayerUnknown’S Battlegrounds su Xbox. Il nostro dubbio è questo: quanto è giusto pagare per fare da tester a un gioco? È giusto mettere nello store un gioco a bassissima giocabilità a causa di uno sviluppo troppo acerbo?

STEEP Open Beta Provata dai Nerd Lab

Steep Open Beta: Il Freddo Addosso

Salve Scienziati! Per nostro e vostro autolesionismo abbiamo deciso di provare la Open Beta di Steep Road to the Olympics.
In mancanza di modi migliori per passare il pomeriggio, ci siamo dedicati alla scoperta di questo gioco di Sport Estremi che… no ragazzi, non riesco a dire niente su questo gioco! Godetevi il video sull’Open Beta di Steep!

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